Mi cimento per la prima volta nella recensione di un film, ma infondo non e' un film nel senso stretto del termine e, come potrete (ma voi chi?) forse intuire, si tratta di un'occasione del tutto particolare, il mio primo grande amore musicale, quello che una volta entrato nel cuore non ne esce piu': per chi ne avesse voglia qui i miei scritti in proposito.
Quando un anno fa ho saputo della possibilita' di finanziare il progetto ovviamente non mi sono tirata indietro, anzi ho aderito con gioia ed entusiasmo, sicche' oggi, sotto l'albero, ho un auto-regalo molto speciale: il dvd, la serigrafia che era stata messa sull'amplificatore di Tesio durante il tour dello scorso anno, e (toccando il massimo grado di feticismo musicale da me concepibile) le corde usate della LesPaul "Left", la mia preferita.
Il film parla di "Catartica".
Perche' e' inutile raccontarsela: nella storia della musica italiana "Catartica" ha un ruolo speciale, condiviso (a mio modestissimo e personalissimo giudizio, sia chiaro) con ben pochi altri.
Seguendo musicalmente la scaletta del tour dello scorso anno (ma saltando i brani di Pansonica) ci vengono mostrate immagini del suddetto tour, le scene dei concerti e quelle piu' "casalinghe" dei nostri prima e dopo il palco, mischiate a video risalenti agli anni novanta, partendo dall'epoca in cui "Catartica" non era neanche nelle loro teste (c'erano un po' di canzoni, tanti concerti, tanta voglia) fino al momento in cui Maroccolo entra nelle loro vite, consentendo quindi la nascita di quell'album che cambio' la mia, oltre che la loro.
Ci viene raccontato un processo di creazione che oggi, col senno di poi, appare ineluttabile.
Ci sono le interviste alle persone che c'erano, gli amici di sempre, e mi colpisce violentemente il fatto che io, quei primissimi concerti in giro per lo stivale, non li ho potuti vedere: ahime' sono sempre stata troppo piu' giovane di quanto avrei voluto essere per inclinazione e interessi.
E poi c'e' la Musica, tanta, targata MK, la musica di "Catartica", la musica del mio cuore, quella musica che e' allo stesso tempo una carezza e un pugno sonico in faccia.
Perhe' la musica e' protagonista assoluta di questo documentario, e del resto non poteva che essere cosi'.
E lo leggi negli occhi di Marock che quei ragazzetti cuneesi lo avevano colpito piu' di quanto lui stesso avrebbe potuto immaginare quando li ha chiamati, che dovevano avere dentro un fuoco potente, quello stesso fuoco che ti arriva quando lo stereo ti spara "Sonica" nel cervello, che poi e' lo stesso fuoco che si sente dentro "Musa", checche' se ne dica: e' il sacro fuoco di chi sa far musica e la sa far bene, di chi ha qualcosa da dire e la dice in modo onesto e sincero, senza fronzoli, senza premeditazioni.
Il film e' ottimamente riuscito; non ho molti ricordi di quell'epoca e i pochi che ho sono quelli di una bambina delle elementari, ma quando l'immagino e' cosi' che mi appare: un mondo in cui "Catartica" non esiste e in cui, quasi dal nulla, "Catartica" esplode.
E una menzione d'onore va al montatore per aver incollato ogni canzone da vari momenti di vari concerti dello scorso anno, un lavoro di cesello che da l'impressione di un collage sonico perfetto.
E le immagini di esplodono in faccia e i suoni ti entrano dentro.
Un film per i fan, gli appassionati, i musicofili di vario genere, i nostalgici, i curiosi. Un film per chi, come me, ha amato e ama la bella Marlene. Un film che non so quando sara' disponibile al grande pubblico, ma quando arrivera' sara' un bel regalo per tutti.
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