lunedì 3 agosto 2015

Ricorrenze

E' passato un anno esatto da quando e' cominciata questa mia avventura Canadese.
Lo ricordo con esattezza: ero su quel volo e tremavo, e mi sembrava che il mondo stesse girando troppo vorticosamente.
Il regalo del mio spacciatore era stato l'unica, dolcissima, consolazione.
Un anno fa.

In un anno molte cose cambiano: non tutte, ma molte.

Ora so come muovermi, conosco i nomi delle strade, ho i miei riferimenti, i miei ritmi, le mie abitudini, persino i miei contadini preferiti al Farmers Market che mi riconoscono e a volte mi consigliano sui prodotti stagionali.
Ho il mio percorso di corsa in riva al lago, l'albero sotto cui mi fermo a lavorare o ascoltare musica, o anche solo a lasciarmi scivolare pensieri addosso: il "mio" lago che e' tanto grande da sembrare un mare.
Ho imparato a riconoscere le caratteristiche di questo posto, le differenze culturali tra Hamilton e Toronto, e tra queste e Roma.

I primi due mesi mi sono serviti per focalizzare la mia nuova vita Hamiltoniana, poi in autunno e' emerso il desiderio quasi ossessivo di ricominciare da zero, come tutti gli emigranti che si rispettino: ho presto capito di non essere ancora pronta e ho fatto un passo indietro.
Durante il lungo inverno ho idealizzato la mia vita precedente in ogni suo piu' micragnoso dettaglio, mi mancava persino l'odore di piscio dietro Stazione Trastevere; il Canada mi appariva come un corpo troppo estraneo perche' potessi sentirmene parte, e il clima ostile non ha certamente aiutato.
Con l'esplodere della primavera e' cominciato un altro processo e il mio sguardo su questo posto si e' lentamente addolcito.

Il giugnoeuropeo e' stato uno spartiacque importante.
Mentre ero da quel lato dell'Atlantico ho intuito poco a poco quanto tutto cio' che credevo fosse la mia vita in realta' non mi appartiene piu'.
Non c'e' piu' niente per me laggiu', non tornerro' mai dov'ero gia', non tornero' mai a prima mai.
Sul momento e' stata una botta piuttosto dolorosa, ma poi sono tornata qui.

Ritrovare gli amici del dojang e' stato bellissimo.
Si', gli amici, ora penso proprio di poterlo dire.
Non sono come gli amici che avevo a Roma, quelli sono un'altra cosa e non ha senso cercarli qui, ma sono belli anche questi: mi hanno abbracciata nel rivedermi, mi hanno allargato i loro sorrisi e i loro cuori.

Non tutto e' cambiato, ma molto si', e in modo sostanziale.
In alto un calice per me: questa sera brindero' in compagnia al mio primo anno Canadese.

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