Come si fa a salutare un amico se non esistono le parole giuste per farlo?, dove le trovi?, come fai a fargli capire quanto e' importante per te?
Ho passato le ultime serate a bere con gli amici piu' o meno a turno, ciascuno meritava la sua birra, il suo bicchiere di vino, ciascuno doveva (deve: mancano ancora i quattro piu' importanti cui riservo l'ultima notte) essere abbracciato, ciascuno in modo diverso. Pure la barista della mensa si e' presa il suo abbraccio dopo avermi preparato l'ultimo caffe'.
Il mio spacciatore (di musica ov cors) si e' guadagnato un trattamento speciale e ieri ho passato la giornata con lui. E' cosi' riduttivo parlare di lui come "il mio spacciatore"... ho provato in piu' di qualche situazione a descrivere il nostro legame ma non mi e' mai riuscito: non c'e' una parola che possa andar bene, forse dieci anni di racconti potrebbero rendere un quarto dell'idea, ma infondo non c'e' una sola persona al mondo che potrebbe davvero capire e a me non va di spiegarlo: e' bello anche perche' e' solo nostro.
Poi mia sorella mi ha detto di una cena a casa di un amico storico delle superiori; troppo romantico per non fare almeno un salto: suonavamo assieme, lui era il batterista, il bassista vive a Nantes da due anni ma questo mese (casualmente) era a Roma e ci ho bevuto assieme mercoledi'.
Bello, troppo bello vedere quei due debosciati prima di partire. "Facevamo cra-cra, e' passata meta' della nostra vita, adesso siamo due uomini e una donna che affrontano il mondo a testa alta": dirsi queste cose mentre ci si abbraccia e saluta ha un che di poetico.
...e chiudere la giornata davanti a Tesio che suona e' stato un gran bel penultimo atto.
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