sabato 30 giugno 2018

Unknown Mortal Orchestra - Sex & Food [2018]

Una persona, una donna, in tenuta da schermidore; la mano destra, infilata in un guanto, e' poggiata sul petto; la sinistra, di un fucsia surreale, riposa sul ventre; la testa e' china, dall'elmo se ne intravede il mento.

Play.

E chi se lo sarebbe aspettato che quest'album mi sarebbe piaciuto cosi' tanto?, i precedenti lavori mi erano parsi gradevoli, d'accordo, ma piuttosto scialbi... questo e' ben altra cosa: piu' elaborato, piu' disturbante dal punto di vista armonico, uno strano miscuglio di acid rock, funk e soul, con una strizzata d'occhio all'elettronica che di questi tempi pare un po' obbligatoria, o forse e' il mio orecchio a cercarla con sempre maggior curiosita', chissa'.
Non so dire se e' perche' i neozelandesi hanno finalmente trovato la formula esatta, o perche' mi sembra sia suonato meglio, o perche' semplicemente mi arriva al momento giusto, ma trovo che questo lavoro sia una vera perlina.

Leggendo qua e la' scopro che e' nata prima  la copertina, poi sono venuti i brani, costruiti con l'idea di dare un suono a quei colori e quell'immagine sospesa, e infine il titolo, scelto per alleggerire il tutto, non senza un pizzico di ironia.
Perche' e' vero, non possiamo scappare dal 20mo secolo, neanche per i quaranta minuti e quarantacinque secondi in cui ci sediamo in poltrona con il fido cuffione a lasciare che la musica ci avvolga. E infatti se la musica puo' ricordare (piu' che poco) quella dei favolosi anni settanta, i temi no, quelli ci parlano dell'alienazione di questi dannati anni dieci, della solitudine di una tastiera di computer.

Dal punto di vista stilistico vorrei soffermarmi sugli arpeggi, con una menzione d'onore al missaggio, che quella chitarra, quando arpeggia, ha un suono morbido e bellissimo. Per non parlare dei cambi di passo, o delle chiusure inattese che ti lasciano come un cretino. O del fatto che l'unico brano chiuso in fade-out e' l'ultimo, come a non volerci salutare...

Quest'anno mi sono emozionata poco per la musica; verrebbe da dire che se qualcosa mi fa decidere di tornare su queste pagine significa che deve aver toccato qualche tasto impolverato, e deve averlo fatto proprio bene: anche solo per questo, ringrazio.

Lista delle tracce

A God called Hubris
Major League Chemicals
Ministry of alienation
Hunnybee
Chronos feasts on his children
American guilt
The internet of love (that way)
Evveryone acts crazy nowadays
This doomsday
How many zeros
Not in love we're just high
If you're going to break yourself

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