mercoledì 17 giugno 2015

Muse - Drones [2015]

Grigio su grigio; una "persona" seduta a una scrivania tiene in mano una specie di cloche rossa, ci da le spalle ed e' rivolta verso una parete dove uno schermo mostra una sequenza di soldatini stilizzati: non ha la testa ma a sua volta una cloche rossa, tenuta saldamente da una mano gigante bianchissima. Il logo del gruppo e' in alto a sinistra, il titolo dell'album in basso a destra. Il tutto emana una freddezza composta.

Play.

Il nuovo millennio era appena cominciato, sara' stato marzo, forse aprile. Quel giorno c'era assemblea, come al solito in palestra: l'argomento del giorno non era particolarmente interessante ed io me ne stavo adagiata mollemente su un materassino a discutere di musica con un amico di un'altra sezione. Me lo ricordo come fosse ieri quel momento, lui che mi dice "Senti questo, e' uscito da pochi mesi" e mi spara in cuffia "Sunburn": fu una doccia fredda e poi rimasi li' ipnotizzata a sentire tutto l'album in apnea.

Da allora ho sempre seguito con grande attenzione le vicende del terzetto inglese: potenti ed eleganti, gente che ha chiaramente studiato la musica classica e allo stesso tempo ha assimilato il punk, musicisti di bravura notevole che non hanno paura di strizzare un occhio a zio-sintetizzatore, perche' tutto puo' essere usato nel loro bel rock d'impatto. E indiscutibilmente animali da palcoscenico spaziale.

Quando metti su un album dei Muse sai sempre che ti aspetteranno dei colpi possenti di batteria, dei bassi importanti e mai banali, delle rapide progressioni alla chitarra o al piano, e la voce in falsetto di Bellamy che ti penetra dentro.

Gia', lo sai, ed e' proprio questo il problema di "Drones", il loro settimo album in studio.
Chissa' perche' ci si dimentica facilmente degli infelicissimi episodi precedenti (perche' diciamocelo, "The resistance" e "The 2nd law" erano album di cui si poteva tranquillamente fare a meno) e ci si mette all'ascolto sperando in un nuovo colpo di fulmine.
Ma la verita' e' che sai benissimo cosa aspettarti e non ti sorprende piu'.
Anzi.
Sara' forse un'impressione eccessiva, ma certi passaggi mi sembra di averli proprio gia' sentiti, certi brani me ne fanno venire in mente altri e a tratti le associazioni mi paiono chiarissime.
Insomma, non aggiunge una virgola alla produzione precedente.
Per finire l'ossessione complottista di Bellamy comincia a puzzare di stantio, sicche' anche i testi non entrano mai.

Non riesco dire che si tratta un brutto album, lo stile e' come sempre gradevole all'ascolto, il ritmo da la carica e non manca di momenti decisamente buoni: la loro musica e' un'ottima colonna sonora per quando ci si sente forti, carichi, combattivi e anche un po' sbruffoni (io sono quella che ascolto' 10 volte di fila "Butterfly and hurricanes" prima di discutere la tesi di laurea... per dire), e di certo attendo un loro eventuale passaggio in citta' (anzi, in Citta') con un certo desiderio.
Pero' boh?, davvero bisogna considerare finita l'epoca in cui i Muse stordivano il cervello?
Forse si', e forse tutto sommato al settimo album e dopo quindici anni di luminosa carriera e' anche ingiusto aspettarsi il capolavoro.


Lista delle tracce

Dead inside
[Drill sergeant]
Psycho
Mercy
Reapers
The handler
[JFK]
Defector
Revolt
Aftermath
The globalist
Drones

2 commenti:

  1. Mi ero già iscritta tesoro mio, quando ho letto il titolo del tuo blog , ricordavo benissimo di esserci dentro..E come potevo non farlo....
    Molto pesonale il tuo post e così deve essere, ma dici delle cose giustissime.Può un gruppo di così lontana militanza essere sempre lo stesso? No, peccherebbe di scarsa fantasia e abilità e poi si potrebbero sempre fare confornti con migliori produzioni. Allora ti butti sul diverso e ci vuole coraggio, tanto più che loro preannunciano di stilizzare ancora di più la loro musica , rendendola più" morbida" e questo aggettivo la dice lunga...
    Felice di averti letto, salutato e ritrovato..Sei unita al mio blog , mi sembra di ricordare o sbaglio pure questo? I neuroni adorabile!!!!!
    Un bacio super!
    http://rockmusicspace.blogspot.it/

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  2. Mmm, temo allora di non aver spiegato il mio punto di vista: secondo me i Muse non stanno cambiando affatto e non mi sembra neanche ci provino!
    Un debole tentativo erano stati i due album precedenti, di cui pero' non mi e' rimasto nulla se non il ricordo del fatto che non mi avevano convinto... ben poco di cui godere.
    Drones si colloca in un arrancato tentativo di tornare agli albori, ma non ha anima e (almeno a me) non convince.

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