domenica 15 febbraio 2015

How strange, innocence [Explosions in the sky]

Per la rubrica "letture a distanza": non riesco a farne molte, la musica da sentire e' troppa, ma a volte fa bene guardarsi indietro, anche per provare a capire dove si sta andando.

Il disegno rozzo, forse un acquarello, di una spiaggia: si vedono un castello di sabbia, un secchiello abbandonato accanto, due rametti forse trasportati dalle onde, impronte sulla sabbia di qualcuno che se ne e' andato via, il mare che si fonde letteralmente con un cielo attraversato da qualche nuvola sghemba: il tutto e' dipinto esclusivamente in varie tonalita' di azzurro-blu, tanto che a uno sguardo distratto potrebbe sembrare un paesaggio di ghiacci.

Play.

Il primo incontro con gli Explosions in the sky e' come il primo amore: non si scorda mai.
Arpeggi, esplosioni, ancora arpeggi, fender accarezzate, suoni lunghi, lunghissimi, semplici, puri e leggeri, poi improvvise divagazioni che dal nulla ti portano verso un cielo in fiamme: "total silence to total violence", come direbbero loro stessi.

I texani lo registrarono, ne fecero si' e no 300 copie distribuite malamente, poi se ne vergognarono, tornarono in studio per lo splendido "Those who tell the truth shall die, those who tell the truth shall live forever" (vero esordio agli occhi del mondo) e fecero sparire questo per ridistribuirlo poi cinque anni dopo, quando ormai si sentivano abbastanza sicuri di se'.

Il caso ha voluto che a me sia arrivato proprio questo per primo, dieci anni fa, ed e' stato un amore a primo ascolto che non mi ha mai abbandonata e anzi, si e' accresciuto album dopo album: non avevo mai sentito niente del genere prima di allora, non l'ho mai ritrovato da nessun'altra parte.

A posteriori in effetti questo risulta ancora un album immaturo rispetto ai successivi - va anche detto che fu registrato in due giorni - eppure gli ingredienti di magia ci sono gia' tutti.
Indiscutibilmente devono piu' di qualcosa alla scuola di Glenn Branca (del resto chi oggi, in tutta onesta', potrebbe dire di non aver preso niente da li'?) nelle pennate e nel controllo della dinamica, sicuramente questo album non avrebbe visto i natali senza i Mogwai, ma l'eleganza stilistica e armonica e' loro, tutta loro, nient'altro che loro. Lo giuro.
E nell'ascolto ci si lascia facilmente cullare: prima un'orecchio su una chitarra, poi sull'altra, poi di nuovo sulla prima, un salto al basso, ancora chitarra... meraviglia!

Chiudendo gli occhi, con le orecchie avvolte nel mio fedele cuffione, si aprono alla mia mente spazi infiniti e intensi come i cieli blu-profondo che sovrastano gli immensi pascoli di quelle zone.
Due anni dopo l'incontro con "How strange, innocence" passai per il Texas e ricordo chiaramente una conversazione con un vecchio cowboy cicciottone (sic) che sosteneva che da quelle parti il cielo e' sempre blu, senza nuvole: verosimilmente stava esagerando, ma a me venne subito voglia di riascoltare questo album... ah, il potere delle suggestioni!, eppure ascoltando e guardando quegli spazi immensi capii da dove gli Explosions in the sky avevano tirato fuori la loro musica inafferrabile.

Per quel che mi riguarda si tratta di musica per ogni momento, quelli belli e quelli brutti, da ascoltare e riascoltare fino a consumare le orecchie, e la scelta di questo album per la recensione e' dettata esclusivamente dal fatto che e' stato il primo con cui io sia entrata in contatto: la verita' e' che bisognerebbe ascoltarli tutti.


Lista delle tracce:

A song for our fathers
Snow and lights
Magic hours
Look into the air
Glittering blackness
Time stops
Remember me as a time of day

giovedì 12 febbraio 2015

Una dedica

Per tutte le volte che ci sei stato e basta, senza chiedere niente.
Per essere stato, per essere, l'unica persona capace, da lontano come da vicino, di farmi dimenticare del mondo e dei suoi guai.

Robert Smith forse avrebbe tradotto "love" con "amore-di-coppia".
Io no, anzi, in quest'occasione l'unica certezza e' che non si tratta di "amore-di-coppia".
Non importa, facciamo che lo chiamo "love": questo e' quel che significa.