Sono stata invitata a un barbecue in giardino, perche' la festa e' lunedi' ma come noialtri ben sappiamo questo di sette e' il più gradito giorno: mi dicono "porta la chitarra elettrica o il basso" e io, doppiamente incuriosita, opto per la rossa diavoletta. Non sara' mai estratta dalla sua custodia ma poco male.
L'evento si svolge in quel di Caledonia, frazione di Hamilton raggiungibile in soli 20 minuti se si ha una macchina e irraggiungibile altrimenti; questa cosa ancora mi mette psicologicamente in difficolta', perche' da dove vengo io magari uno non puo' fare affidamento sui tempi di autobus e treni, pero' almeno in principio si puo' raggiungere qualsiasi posto... qui semplicemente no.
Ma vabbeh, la padrona di casa passa a prendere me, suo fratello (ovvero l'amico che mi ha invitata) e il figlio di suo fratello.
Il giardino e' ampio, dalla casa vi si accede passando per un patio in legno su cui stanno mondando batteria e amplificatori; qualcuno si occupa del barbecue, qualcuno dell'alcol, qualcuno fa girare erba ricreativa, e' una festa di famiglia ed e' coinvolta la famiglia allargata: padri, madri, mogli e mariti, ex-mogli ed ex-mariti, figli, zii e cugini, vecchi e nuovi amici.
Il grande cuore sereno di questa gente e' cio' che piu' mi piace.
Mi offrono del cibo che in confronto gli stand che ho visto alle fiere sembrano salubri: la cosa peggiore in assoluto, la cosa peggiore che io abbia mai visto (e ahime' mangiato) e' una pasta scotta (e sin qui) condita con una salsa prevalentemente a base di maionese. Anzi, una salsa prevalentemente a base di maionese in cui compare della pasta scotta: poi uno si domanda il perche' dell'obesita' in nordamerica!
Ormai dovrei esserci abituata eppure mi colpisce ogni volta.
Da queste parti le persone vere inseriscono quotidianamente delle sostanze nocive nei loro corpi, bevono pessimo alcol e altre strane sostanze dai colori sgargianti; ogni volta, giuro, ogni volta mi viene in mente Idiocracy.
Mi sembra incredibile che il mio amico venga da qui; lui e' chiaramente diverso e se ne rende conto da solo: ha viaggiato, ha studiato, legge, pensa. Ai miei occhi ha si' qualche inevitabile tratto hamiltoniano, ma chiunque si renderebbe conto che ragiona in modo diverso dagli altri, anche solo per il fatto che parla un inglese grammaticalmente corretto e si porta da casa la sua birra e la sua insalata... mentre gli altri lo guardano con uno strano sentimento misto di ammirazione e fastidio, io capisco chiaramente il motivo per cui siamo amici.
Arriva quindi il momento del concerto; tutti in cerchio, seduti su sedie da giardino, ascoltiamo questa band caserccia che mi ricorda il gruppo in cui mio padre suonava quando ero piccola, con la differenza che il cantante di questi e' stonato: si impegna tanto poveretto, ma proprio non riesce.
Ed e' rock anni sessanta-settanta, non si va oltre.
Mai.
Io siedo, ascolto, mi lascio trasportare da pensieri sconnessi.
Intorno alle nove e mezza passa la polizia chiamata da qualcuno nel vicinato, quindi la musica finisce: poco dopo la madre del mio amico e il suo compagno ci riportano indietro.
Irrimediabilmente, durante tutta la serata, la radio nella mia testa non ha fatto che suonare questa.
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