Squarci di terronia statunitense, di vita che non ti aspettavi ma c'e', e' tanta, esalta.
Pare che Atlanta sia famosa per i festival nei suoi innumerevoli parchi ed io ovviamente ho voglia di approfittarne; uno dei miei nuovi amici, imparando a conoscermi, ha portato alla mia attenzione quello che in Italia avremmo chiamato "la sagra del Chili" e che a me, inevitabilmente, fa venire in mente questo: entusiasta come una bambina alla vigilia di Natale, accetto l'invito.
Il posto non e' lontano, il sole splende, la temperatura ancora consente di stare in sandali e maglietta; arriviamo in bici, parcheggiamo e ci mettiamo in fila: non c'e' un biglietto d'ingresso ma si pagano 5 USD per un cucchiaio di plastica, piu' 6 se si vuole anche un gettone per la birra, sicche' tirati fuori gli 11 USD a testa ci addentriamo per le vie di Cabbagetown, per l'occasione chiuse al traffico.
Sono le undici e mezzo, la festa non e' ancora davvero cominciata, passeggiamo amabilmente e osserviamo l'ambiente, raggiungiamo uno spiazzo sull'erba davanti a un palco dove una banda di vecchietti di paese suona bluegrass e ci sediamo in attesa del via.
Verso mezzogiorno e mezzo ci lanciamo.
C'e' una via di stand, uno di fianco all'altro, ciascuno offre chili in bicchierini di carta: tu vai li', prendi un bicchierino e ne mangi il contenuto con l'apposito cucchiaio di plastica che hai comprato all'ingresso. And that's it. Che se uno si fosse portato un cucchiaio da casa risparmiava 5 USD, ma il bello e' anche questo.
C'e' una ressa incredibile, file interminabili di persone, si mangia un bicchierino di chili e ci si mette in fila al prossimo stand, uno dopo l'altro, finche' se ne ha voglia, finche' lo stomaco si ribella e chiede pieta'.
Io mi sento piu' felice di un bambino davanti all'albero di Natale la mattina del venticinque dicembre, perche' come disse un ex-ragazzo di mia sorella "Co' 'e sorelle C. ce spendi de meno a compraje er brillocco che a portalle a cena: er probblema e' che er brillocco to'o tirano appresso". Era un signore per linguaggio e contenuti, non c'e' che dire, ma sapeva di cosa parlava.
Carne, fagioli, sugo di pomodoro piccante, verdure ammollate, spezie varie: ogni chili e' diverso, ogni assaggio e' una scoperta, gente che ride intorno... saranno pur scemi 'sti americani, ma si sanno divertire!
E io mi diverto.
Quando non ne abbiamo veramente piu' andiamo rimediare una birra e fare due passi tra le bancarelle di artigianato locale, anni luce piu' vicine al mio stile di quelle che avevo visto nelle analoghe occasioni cui avevo partecipato quando vivevo nella terronia Canadese, ma qui siamo in citta', e non una citta' qualsiasi: questa e' la capitale radical-chic della terronia, ovvero il paradiso.
Bastava cosi' poco per essere felici?
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