sabato 18 aprile 2015

Lee Ranaldo and the Dust - Last night on Earth [2013]

Lo sfondo sembra marmo roseo; al centro, come in una bolla, l'immagine di un sentiero mattonato in un parco, edifici in lontananza, un prato e qualche albero ai lati: l'immagine e' lievemente distorta per l'effetto ottico della bolla; Lee Ranaldo in primo piano, mani in tasca, ha il corpo rivolto in avanti ma guarda di lato: tre improbabili macchie, due rosa scuro e una bluastra, sembrano montagne di marzapane sullo sfondo della bolla, ma si sciolgono fin sotto la bolla, entrando nel marmo. Il nome della banda e il titolo sono scritti in alto, a tratti confusi nelle venature del marmo.

Play.

Come ho fatto a lasciar passare tanto tempo prima di aver voglia di recensire quest'album?
I lavori di mr. Ranaldo prima della rottura erano pura e squisita follia, "Between the times and the tides" aveva invece un'aria REMmica (REMmiana?, REMmesca?) che colpiva doppiamente dato l'allora recente scioglimento anche del quartetto Atheniese. Questo e' ancora diverso, sintomo che l'ex giovane (ormai anche lui quasi-sessantenne, ma non e' di eta' che si parla) sonico sta entrando in una nuova fase della sua vita.
Devo dire che una parte di me all'ascolto non riesce del tutto a liberarsi dello spettro di Thurston Moore e della sua rottura, ma mentre quello compone ancora come se fosse il chitarrista dei Sonic Youth, questo fa qualcosa di completamente diverso, cosa che inevitabilmente mi da da pensare.

Thurston si e' innamorato perdutamente di un'altra donna, Kim, dopo una lunga e sicuramente estenuante altalena, ha deciso di riprendersi in mano la sua vita decretando la fine del matrimonio e conseguentemente della band, sicche' infondo forse le vittime pure della rottura della coppia-simbolo sono Lee e Steve, gli amici che si sono dovuti semplicemente adeguare; di Steve non so parlare, da dietro la batteria non sono in grado di capire il suo stato d'animo, sta di fatto che dietro la batteria dell'ultimo lavoro di Thurston ha voluto esserci: Lee e' senz'altro l'amico che non ha voluto prendere la parte di nessuno, almeno ufficialmente, ma ovviamente l'ha presa e si sente in ogni nota.

Eppure sara' l'aria intorno a me che si addolcisce, il cielo che si fa ogni giorno piu' azzurro e gli scoiattoli che sono tornati a scorrazzare nel prato davanti casa mia, ma questo album profuma di primavera, di una ritrovata giovinezza del nostro.
E non tanto per gli esperimenti sonici, anzi, semmai per la loro quasi totale assenza; l'orecchio rimane ammaliato da alcuni (bellissimi) passaggi armonici ma ovviamente no, le scariche elettriche in questo caso non avrebbero potuto spiazzare, e comunque non e' questo il punto: il punto e' che si tratta una bellezza d'insieme, alla scoperta di una serenita' matura che sembra finalmente conquistata.

"This is the best time in my life" dice lui poco prima di arrivare a meta' album, casomai la musica non l'avesse chiarito: chissa', magari e' tutto qui il segreto. Perche' la serenita' dell'autore, passando prima attraverso il cuffione e poi sfiorandoti le orecchie, arriva dritta al cuore, la fronte si rilassa e tu non puoi far altro che sorridere sentendoti in pace col mondo.

E forse e' proprio per questo che ora, oggi, con l'arrivo della primavera canadese (si', dopo la gita in bici di domenica scorsa sul lungolago, con la temperatura a +17° e un sole magnifico, posso finalmente dirlo senza ironia) mi sento finalmente abbastanza in sintonia con mr. Ranaldo da poter scrivere di questo album.
Buon per me.


Lista delle tracce:

Lecce, leaving
Key-hole
Home chds
The rising tide
Last night on Earth
By the window
Late descent #2
Ambulancer
Blackt out

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