venerdì 14 marzo 2014

Hyaena Reading @ Alvarado Street - Roma

12 marzo 2014

Un piccolo, minuscolo locale al Pigneto, dotato di "spazio-concerti" insonorizzato al piano di sotto. Suona un gruppo, gli Hyaena Reading, di trentenni italofrancesi: due chitarre, un microkorg, una voce che recita, rumori vari ed eventuali, drum machine quanto basta.
Li avevo gia' sentiti una volta e mi avevano fatto una buona impressione: sembravano l'embrione di qualcosa di potenzialmente buono.
Ecco, stavolta l'impressione e' diversa: sono davvero qualcosa di buono.

C'e' dentro di tutto: e' virtualmente impossibile citare tutti i riferimenti cultural-musicali che ho riconosciuto, dunque neanche ci provo.
Certo, detto cosi' non suona un gran complimento, sembra si tratti di una grande accozzaglia di cose gia' sentite e invece no: hanno una certa potenza espressiva che merita piu' di un ascolto attento.
La microkorghista si muove sinuosa, gli occhi inesorabilmente chiusi, tiene le fila producendo un tappeto morbido e profondo; uno dei due chitarristi, quello piu' in ombra, mantiene la ritmica con calore e precisione; l'altro (che ribattezzo immediatamente "il tesista" per via di un'evidente somiglianza - nella postura e nel movimento della mano sinistra - con Riccardo Tesio, ma piu' diretto e meno fluido), scarica elettricita' contro il pubblico; infine il paroliere, immobile al centro del palco, lo sguardo fisso, un po' Ian Curtis e un po' Giolindo Ferretti (ma molto piu' rigido) recita, sussurra, grida, s'infervora, sempre con uno strano e innaturale distacco.
Il mio personalissimo gusto si troverebbe maggiormente a suo agio con dei toni piu' sensuali, che per contro sono assai presenti nella strumentazione, ma forse e' proprio questa assurda sovrapposizione il nodo cruciale, cio' che li rende speciali... non so: devo ripensarci.

A fine serata, come da tradizione, comprero' il loro cd, anzi, due: l'EP che avevano registrato qualche anno fa e l'album appena uscito. Entrambi registrati con licenza Creative Commons, tanto per mettere in evidenza un punto che per me ha una certa rilevanza ideologica.

Ne riparleremo meglio dopo che li avro' ascoltati per bene.

martedì 11 marzo 2014

Carnevalone liberato 2014

Domenica 9 marzo, la prima domenica di quaresima, in quel di Poggio Mirteto (Ri) si celebra il Carnevalone liberato, ovvero la festa di liberazione dallo stato pontificio. Trattasi di una festa di piazza, comprensiva di stand per la vendita di cibi-e-vini a basso costo e mini-palchi allestiti per la musica dal vivo. Quasi tutti indossano maschere: lo spirito anti-clericale impone un carnevale di tutto rispetto proprio nel periodo in cui, secondo santa madre chiesa, si dovrebbe digiunare e far penitenza.

Ovviamente le premesse per far nascere il mio interesse ci sono tutte.
Non che io sia una fan delle feste di piazza o del carnevale (forse anni fa... eh signora mia, s'invecchia...), ma lo spirito goliardico quello si', e' cosa che mi appartiene, dunque mi armo di buona volonta' e vado a vedere quest'attrazione del centritalia di cui fino a poco fa ignoravo perfino l'esistenza.

La piazza e' gremita oltremodo, fatico molto a muovermi tra la folla; le persone con cui mi accompagno (un amico e suoi amici) sono visibilmente piu' a loro agio di me: cerco di mescolarmi ma non credo mi riesca molto bene. Un po' trovo difficile sentirmi a mio agio in mezzo alle situazioni caotiche, un po' la mia timidezza (in tanti non ci crederebbero ma e' vero: sono spaventosamente timida!, e' solo che lo maschero bene...) non aiuta. Piu' che altro mi guardo intorno, forse un po' disorientata, sicuramente incuriosita, a tratti divertita anche se non propriamente partecipe.

Infondo alla piazza una gigantesca napoletana di cartapesta, i faccioni di Berlusconi e Renzi alle due estremita', viene periodicamente fatta girare: mi avvicino e leggo la scritta "napolitana". Fosse solo questo, penso io, e inizio a infastidirmi debolmente: ma com'e' possibile che si stia ancora qui a discutere di Berlusconi? perche' la "sinistra di piazza" (no, non quella sedicente che sta in parlamento, che tutto e' fuorche' sinistra) non vede la scure sopra la propria testa? Sono davvero tutti cosi' addormentati?

Piu' avanti nella giornata mi fermo con il mio amico e i suoi amici a sentire il solito-gruppo-folk-da-festa-di-piazza, quello che proprio non puo' mancare in situazioni come questa.
E anche li': cantano "bella ciao" e subito dopo (o prima, non ricordo) "e Berlusconi lo vogliamo si', ma per appenderlo per i co****ni". Tutti che ridono, tutti che applaudono e inneggiano. La mia irritazione si accresce via e piu'. Mi tiene a galla un pensiero, un ricordo: Giolindo (lui si', uomo con una cultura e una sensibilita' paragonabili a pochi) che gridava a squarciagola

E tutti sono onesti
E tutti sono pari
E tutti hanno le palle
Democratico-popolari!

Ecco, si', li vedo, sono loro che ballano in piazza pensando di andar contro il potere. Li vedo e ho pieta' per loro, li vedo e non posso fare niente.

A sera, quando ormai e' buio, bruceranno la "napolitana" come simbolo di lotta al potere: un'amarezza profonda mi pervade.

domenica 2 marzo 2014

Condominio - il Floydiano

Abito in un vecchio palazzo, di quelli senza ascensore e il cortile interno; sono al quarto ed ultimo piano, la porta di casa che da sul ballatoio, proprio accanto a uno dei quattro angoli del cortile. Sull'altro lato dello stesso angolo vive una giovane coppia con bimbi. Ho presto avvistato la donna, credo sia poco piu' grande di me: fumava fuori dalla porta di casa. Gli altri abitanti dell'appartamento sono rimasti a lungo senza volto. Sapevo dell'esistenza dei bimbi per via dei panni stesi ad asciugare: dalle dimensioni di alcuni pantaloni ho dedotto facilmente l'esistenza di prole.

Lui, il pater familias, la sera suona i Pink Floyd.
Ha la chitarra leggermente scordata ma non fa nulla per rimediare a questo increscioso inconveniente, suona e canta: noi, i condomini, siamo spettatori-non-paganti del suo concertino quotidiano.

Durante la bella stagione, quando le finestre erano costantemente aperte, abbiamo duettato senza vederci: all'inizio ho provato a dirgli che era mezzo tono sopra l'accordatura esatta, lo chiamavo da finestra a finestra ma senza ricevere risposta. Alla fine mi sono accordata sulla sua tonalita' e ho suonato con lui. Suona solo i Pink Floyd, solo alcuni dei loro brani piu' chitarristicamente accessibili.
Se non avesse avuto la chitarra scordata o la voce sgraziata avrei anche potuto pensare che stesse facendo delle prove per una cover-band, ma cosi' no: e' evidente che suona per se' stesso, per scaricare la tensione di una giornata, per rilassarsi, per regalarsi un momento di estraniamento da tutto l'universo.

E suona i Pink Floyd.
Facilmente lo ho soprannominato, appunto, "Il Floydiano".

Qualche settimana fa lo ho incontrato per le scale con due bambini. Ovviamente non sapevo fosse lui: lo ho capito solo quando, arrivati al quarto piano, si e' diretto verso la sua porta di casa. Ho provato una certa emozione nel poter dare finalmente un volto al personaggio: non assomiglia per niente a uno che suona i Pink Floyd tutte le sere. Mi vergogno un po' del pensiero e mi risuonano in testa gli Offlaga Disco Pax:

Ora capisco.
Il mio aspetto ordinario
Gli trasmette ascolti
Deplorevoli

Mentalmente gli chiedo scusa.